Spettacolo teatrale
DISCORSO DEL PRESIDENTE
Spettacolo Teatrale “140603” – 31 gennaio 2023
In collaborazione con “il Treno della Memoria”
Gentili Signore, gentili Signori,
la Fondazione Università Popolare di Torino ha voluto e sostenuto questo spettacolo per valorizzare il Giorno della Memoria.
Tutti sappiamo di cosa si tratta, ma il racconto, la rievocazione, le immagini strazianti, le testimonianze, il male, la ferocia, l’esito ed il risveglio non hanno mai dato alla mia mente la possibilità di comprendere di più, non certamente il tutto, ma qualche aspetto della tragedia che è stato messo poco in evidenza, ma che ha contato molto e che tendiamo a dimenticare.
Le domande si affollano alla mente, perché l’odio, perché la violenza, perché la rapina, perché non vi è stata una diga che potesse impedire il diluvio di dolore e di sangue, perché un popolo così come una comunità consentono a delle belve umane di compiere ogni tipo di scorrerie allora come ancora oggi.
Io credo che ogni atto che compiamo dal più semplice al più complesso, da quello più abitudinario a quello più articolato, sia foriero di importanti ricadute e può essere ricondotto ad esempio. Questo è il destino dei padri con i figli, ma anche dei figli verso i padri, dei maestri verso i discepoli, ma anche il contrario e così via in una rete di interazioni estremamente complesse ove l’esempio è seguito e copiato così come rifiutato ed odiato.
L’esempio può edificare, costruire, sostenere, ma può distruggere, deludere, annientare.
L’esempio è la nostra firma, è il sigillo che ciascuno di noi pone, volente o nolente, sotto qualsiasi cosa venga fatta o non fatta, fatta bene o fatta male.
Esempio è la nostra parola, l’espressione delle nostre idee positive o negative, amica o nemica, detta per avvicinare o per offendere, è la dichiarazione di apertura o di rifiuto.
C’è sempre qualcuno che è testimone attivo o passivo, occasionale o voluto di ogni esempio che diamo e non pensiamo che, quando siamo soli, o crediamo di essere tali, il nostro esempio non venga recepito, noi stessi lo recepiamo e ne siamo testimoni, ma anche giudici, vincitori o sconfitti.
La forma di esempio che maggiormente ha assunto importanza è l’esempio morale, la capacità, la forza di far seguire alle idee ed alle parole, i fatti, il comportamento.
Esemplare storicamente fu il comportamento di Socrate di fronte ai suoi accusatori. Le sue idee non vennero accettate, i suoi nemici decretarono il suo esilio, ma Socrate rifiutò la possibilità che gli veniva offerta, di lasciare la città, volle rimanere accettando il giudizio più severo ossia la morte. La fuga sarebbe stata contraria alle leggi che aveva sempre sostenuto e che di fronte ad esse non avrebbe mai potuto giustificarsi.
Socrate aveva vissuto insegnando la giustizia ed il rispetto della legge e volle con la propria morte dare testimonianza del suo insegnamento. Il saggio che rifiuta ogni tipo di violenza si insinua segretamente nelle coscienze per compiervi una pacifica rivoluzione che trasforma la società dal di dentro, risana la pianta non dalle fronde caduche, ma dalle radici profonde.
Camus ci ricorda che perché un pensiero cambi il mondo, bisogna che prima cambi la vita di colui che lo esprime, che cambi in esempio.
Lo Stato, il giusto Stato fatto di tutte le istituzioni, e partendo dall’istituzione più importante cioè dall’individuo, dovrebbe partecipare alla vita delle comunità umane, senza mai nascondersi o negarsi, non dominando o giudicando, ma aiutando o servendo, esso dovrebbe dire agli uomini cosa signifchi “esserci per gli altri”. Dovrà parlare di misura, autenticità, fiducia, fedeltà, pazienza e disciplina. La parola riceve forza non già dall’enunciazione di concetti ma dall’esempio. Così ogni istituzione non dovrebbe correre il gravissimo rischio di vivere e difendere la propria sopravvivenza solo per se stessa. Quando ciò avviene, e questo è il pericolo peggiore, verrebbe meno al proprio compito e cesserebbe di essere uno strumento al servizio dell’uomo, per cambiare l’ingiusto in giusto, il disumano in umano, la paura in fiducia, l’ignoranza in cultura, le ombre in piena luce. Il contrario di questo è quanto è avvenuto, e purtroppo continua ad avvenire. Lo sappiamo volgendo uno sguardo al nostro mondo. L’esempio non finisce, non si esaurisce in una unica scelta virtuosa, né sul cercare un riconoscimento che ci faccia sentire soltanto un poco più importanti e sembrare arroganti nei confronti di chi non ha ancora scelto il positivo. Sulle sponde del Mediterraneo, gravi imprevedibili movimenti agitano popoli e nazioni, nuove speranze e nuove paure prendono corpo ogni giorno.
Scommettendo su una speranza positiva potremmo tracciare con umiltà due insegnamenti:
- La pacifica rivoluzione del cuore e delle menti degli uomini può trasformare la società da dal di dentro, non dalle fronde caduche, ma dalle radici profonde.
- Sarebbe bello che ciascuno di noi potesse rivolgersi con speranza ad un Ente Superiore, una figura di amore e di giustizia; il nostro compito di esseri umani che hanno scelto di lavorare per il bene dell’umanità è quello di esserci per gli altri, con tutte le limitazioni della nostra natura, ma con la certezza che il nostro esempio possa essere sempre e comunque una luce anche nei momenti più bui della storia.
La terrorizzante storia della Shoah è la rappresentazione dell’esempio negativo seguito da interi popoli e nazioni rinunciando alla capacità di scegliere la giustizia, ed il valore della vita e della libertà. Chissà che un giorno l’umanità non riesca a scegliere l’esempio luminoso dei giusti.